- Condizione
- fuori servizio dal 1988, adibita a museo
- Gestore
- Comune di Montereale Valcellina
- Anno
- 1905
- Tipologia di turbine
- Francis ad asse orizzontale
- Numero turbine
- 4
- Salto
- 57 m
- Portata massima
- 16 m3/s
- Potenza
- 6 MW
- Produzione annua
- 46.7 GWh
Alla fine dell'ottocento l'Ingegnere capo del Regio Ufficio del Genio Civile Aristide Zenari, durante un sopralluogo per realizzare la strada per collegare i paesi della valle del Cellina alla pianura, ebbe l'intuizione, rivoluzionaria per quel periodo, di sfruttare le acque del Torrente Cellina per produrre energia idroelettrica.
I lavori di costruzione della Centrale idroelettrica di Malnisio ebbero inizio nel marzo 1900, sotto la direzione dell'Ingegner Zenari per la parte idraulica e civile, e dell'Ingegner Antonio Pitter per la parte elettromeccanica.
Più di duemila operai lavorarono per cinque anni a questo progetto che doveva innanzitutto predisporre l'accesso alla valle per poter raggiungere la località di costruzione della diga.
Lungo questa via di accesso venne successivamente costruito il canale di almentazione della centrale e sopra di esso, per la quasi totalità del percorso sostenuta da delle volte di calstruzzo, troverà posizione la strada di accesso alla valle. Il canale, largo 4 e profondo 2,7 metri si sviluppa dentro la valle per 4400 metri con 3 gallerie e 57 ponti canale e arcata di sostegno ed era in grado di garantire una portata di 16 m3/s di acqua captata dalla diga. In località Monciaduda il canale abbandona la strada, oltrepassa la montagna con una galleria lunga circa 1 km e prosegue per un'altro chilometro in quota fino alla vasca di carico della centrale.
Galleria della Monciaduda
Il tratto di canale dalla galleria della Monciaduda alla vasca di carico alla centrale è oggi percorribile a piedi seguendo il sentiero MV07, lungo questo percorso si può vedere il monumentale sfioratore sul Rio Bennata, che aveva lo scopo di sfogare la portata del canale in caso della chiudura della centrale. (Controllare nome sentiero da sfioratore alla vasca di carico.)
Sfioratore sul Bennata
Dalla vasta di carico, nonostante fosse predisposta per l'installazione di sei condotte forzate, partono quattro condotte forzate per l'alimentazione delle turbine e due più piccole per l'alimentazione dei gruppi ausiliari..
Centrale e vasca di carico
La centrale vede la presenza di quattro turbine tipo Francis prodotte dalla Riva ad asse orizzontale, in grado di consumare fino a 5 m3/s, accoppiate ad alternatori Brown Boveri.
Alternatori
La corrente generata a 4000 V e 50 Hz (successivamente alzata a 60 Hz), poi veniva elevata con due trasformatori fino a 30000 V per attraversare la pianura e la laguna veneta con una linea di 87 chilometri, appoggiata su pali di legno, che arrivava fino alla stazione di San Giobbe di Venezia per alimentare la città.
L'acqua, dopo essere turbinata nella centrale, viene restituita sul canale antistante che raccoglie anche le acque provenienti dal Bennata e dal Cesarile e queste vengono dirottate prima per alimentare la centrale di Giais e poi verso la centrale del Partidor.
La Centrale entrata in servizio il 25 maggio del 1905 ha continuato ad operare ininterrottamente fino al 1988, quando è stata chiusa definitivamente a seguito della attivazione delle nuove centrali dell'asta del Cellina: Ponte Giulio e San Leonardo, alimentate prima dallo sbarramento temporaneo di Rugo Stella e poi dalla diga di Ravedis.
L'intero complesso architettonico della Centrale si sviluppa su oltre 5000 metri quadrati, inseriti in un sistema di spazi verdi e giardini di oltre 7200 metri quadrati, ai quali si aggiungono i 1500 metri quadrati della vasca di scarico.
L'intero complesso industriale dell'edificio della centrale è ora sede museale visitabile al pubblico.