- Condizione
- Dismessa
- Gestore
- ENEL Green Power
- Anno
- 1923
- Tipologia di turbine
- Francis
- Numero turbine
- 5
- Salto
- 96 m
- Portata massima
- 100 m3/s
- Potenza
- 70 MW
- Produzione annua
- 286 GWh
Questa centrale, realizzata dalla SADE su progetto di Vincenzo Ferniani ed intitolata all'ing. Ottaviano Ghetti, sostituisce la precedente centrale del 1913 attiva sulla stessa area.
La centrale è composta da due edifici separati dalle condotte forzate. L'edificio a valle è la sala macchine della centrale e si presenta come un'edificio dalle forme classicheggianti, la cui facciata è decorata in parte in pietra calcarea locale, in parte in calcestruzzo lavorato ad emulare la pietra. La struttura portante della centrale è in calcestruzzo con la copertura composta da travi semiparaboliche prefabbricate in cemento armato. L'edificio a monte è invece la sala trasformatori, anch'essa costituita da una struttura portante in calcestruzzo con capriate in cemento gettate in opera.
La centrale è stata costruita in due fasi. Nella prima fase è stata costruita solo per metà con una parete provvisoria di chiusura e attrezzata con due gruppi macchina. In seguito la centrale, stata pensata per contenere 6 gruppi, è stata ampliata per arrivare a gestire solo 5 gruppi.
I gruppi sono ad asse orizzontale, costituiti da due turbine di tipi Francis della Riva, ognuna con camera, due ruote in bronzo e un'unico scarico centrale. Ogni turbina è dotata di uno scarico sincrono posto sotto il piano della sala macchine per evitare il colpo di ariete.
Le turbine sono state costruite tra il 1920 (gruppi A e B) e nel triennio tra il 1924 ed il 1926 e presentano le seguenti caratteristiche
Caduta utile netta | 84-110 m |
Portata | 20 m3 |
Potenza | 18000-24000 HP |
Velocità | 420 giri/min |
I primi alternatori dei gruppi A e B sono della Tecnomasio Brown-Boveri, di tipo chiuso autoventilante con due supporti per la lubrificazione automatica e dalla potenza di 20 MVA. L'eccitazione è garantita da eccitatrici coassiali da 220 V. La corrente trifase, generata a 42 HZ e 6000-6600 V viene innalzata a 60 kV da trasformatori immersi in olio anch'essi della Brown-Boweri. L'energia prodotta dei gruppi C, D e F veniva invece immessa in rete dopo essere stata innalzata a 132 kV.
I gruppi A e B sono entrati in funzione nel dicembre del 1923, l'attivazione degli altri tre gruppi era prevista a progetto rispettivamente nel dicembre 1928, 1929 e 1932.
L'opera di presa per la centrale era a quota 353,4 m sl.m. e l'ultimo diaframma che poi porta alla condotta in pressione lunga 2420 m è stato abbattuta il 2 giugno 1923. La condotta ha una pendenza massima di 2,5 per mille, una sezione di 28 m2 e rivestita in calcestruzzo spesso 30 cm. Riesce a trasportare una portata massima di 100 m3/s. Lo scavo della condotta è stato effettuato solo con martelli perforatori a mano ed è iniziato nei primi mesi del 1920 da entrambe le estremità e si è concluso nel maggio 1921.
Il pozzo piezometrico di forma inclinata ha un diametro di 6 metri con camera di espansione, rivestito in calcestruzzo. Da qui dipartono le condotte forzate, una per gruppo, murate nella roccia per i primi 38 m. All'uscita dalla roccia, in una camera ricavata in finestra, è presente una valvola a farfalla dotata di sistema di chiusura automatica in caso di velocità eccessiva e dotate di una valvola di rientrata dell'aria. Le condotte hanno un diametro di 2,6 m e lunghezza 243 m sono fatte in lamiera chiodata con spessori compresi tra gli 11 e i 24 mm.
Bibliografia
- Gli opifici della Società Idroelettrica Veneta dalla Piave al Livenza
- Walter Menegon. (2007). Gli opifici della Società Idroelettrica Veneta dalla Piave al Livenza. Belluno, Italia. Momenti AICS.
- Le dighe e le centrali idroelettriche del bacino del Piave
- Camillo Pavan. (2001) Le dighe e le centrali idroelettriche del bacino del Piave. Elenco completo degli impianti, con i dati tecnici al 1963. Ristampa di pubblicazioni ufficiali della SADE, Società Adriatica di Elettricità. Treviso, Italia. Camillo Pavan Editore.