- Stato: Italia
- Comune: Fara in Sabina
- Provincia: Rieti
- Regione: Lazio
- Anno di costruzione: 1924
- Società costruttrice:
- Proprietario:
- Potenza: 14 MW
- Numero gruppi: 2
- Tipologia macchinario: Francis ad asse orizzontale
- Salto: 170.79 m
- Portata: 16.2 m3/s
- Producibilità: 13.11 GWh
Storia e geografia
Siamo a Farfa, località del comune di Fara in Sabina, quindi nella splendida provincia di Rieti, dove sono rimaste ancora intatte molte tradizioni di carattere culturale, religioso e naturalmente agricolo. Tra l’altro la provincia di Rieti, chiamata storicamente Sabina, è dove Romolo fece rapire le giovani fanciulle per permettere alla nascente città di Roma di essere popolata (ratto delle Sabine).
La particolare conformazione del suo territorio, molto variegato dove si alternano montagne e profonde valli, si è prestato molto bene alla realizzazione di impianti idroelettrici di notevole pregio, realizzati anche per la vicinanza con Roma, città questa già da secoli di notevole grandezza e bisognosa quindi di un elevato apporto energetico.
Il periodo delle “grandi opere” è stato sicuramente quello a ridosso del ventennio fascista, dove Benito Mussolini, conosciuto anche per il suo interesse al progresso ed all’innovazione, ha dato ampio sfogo alla realizzazione di impianti che consentissero di dare energia ed acqua potabile alla Roma Imperiale.
Acquoria e Salto-Turano sono solo alcune tra queste opere pregevoli, ed è tra queste che Farfa 1 va meritatamente annoverata. Molto vicina alla splendida Abbazia di Farfa, la centrale Farfa 1 è entrata in servizio nel lontano 1923 e da allora produce energia grazie alle acque del fiume Farfa captate poco più a valle delle sorgenti Le Càpore, nel comune di Frasso Sabino. L’opera di presa è collegata alla vasca di carico mediante un canale scavato quasi interamente in galleria della lunghezza di 10.5 km.
L’iter storico
A dire il vero, la storia di questo impianto è iniziata molto tempo prima: già nel 1899 viene presentata la domanda per derivare 1,20m3 d’acqua demaniale del fiume Farfa dalle fornaci di S. Maria a valle bassetti.
Nel 1901 viene costituita a Roma la Società Romana di Elettricità che acquistò le sorgenti Le Càpore destinate a confluire nella futura centrale di Farfa. Il progetto subì molte modifiche al fine di ottenere un salto maggiore quindi più potenza.
Nel 1911 sono iniziati i lavori per la realizzazione della centrale, dell’opera di presa e del canale derivatore con la relativa vasca di carico.
Nel 1914 i lavori subirono l’inevitabile rallentamento per via della Ia guerra mondiale ma ripresero subito dopo, nel 1918, con maggior sollecitudine da parte della SRE la quale intensificò i lavori che, nonostante notevoli difficoltà tecniche, economiche, politiche e sindacali dell’Italia di quel periodo, portò a termine nel 1923.
Nel 1923 la centrale entrò in funzione con un solo gruppo turbina Francis-alternatore da 5 MW. L’anno successivo fu completata la messa in opera della seconda condotta forzata e così fu installato un secondo gruppo analogo al primo. La tensione prodotta era di 60 kV.
Nel 1933 fu realizzato, in località Torre Baccelli, un bacino di compensazione giornaliera della capacità di 140000 m3 che contribuì a potenziare ulteriormente la centrale permettendo di installare una terza condotta forzata che alimentava un terzo gruppo, anche se con funzione di riserva.
Nel 1944 la centrale, come accadde per molte altre, fu distrutta dalla truppe tedesche in ritirata. La centrale venne ripristinata con i lavori effettuati tra il 1947/48
Nel 1963 la centrale passò nelle mani dell’Enel, suo attuale proprietario che la gestisce attualmente con Green Power.
Nel 1985 la centrale venne completamente automatizzata e comandata dal posto di telecontrollo di Montorio al Vomano.