-
Stato: Italia
-
Regione: Friuli Venezia-Giulia
-
Provincia: Udine
-
Località: Somplago
-
Condizione: attiva
-
Proprietario: A2A
-
Anno di entrata in servizio: 1954
-
Tipologia di turbine: Francis
-
Numero di turbine: 3
-
Salto utile [m]:
-
Produzione:
L'impianto utilizza la portata scaricata dalla centrale di Ampezzo e parte delle acque del Medio Tagliamento e suoi affluenti da quota 480 m s.l.m. con un salto di 280 m, restituendola, infine, al Tagliamento. La centrale, costruita in caverna, si trova sulla sponda nord-ovest del lago di Cavazzo, in località Somplago, nel Comune di Cavazzo Carnico. La galleria di derivazione della centrale, lunga circa 8,5 km, si collega, a valle del pozzo piezometrico, a tre condotte forzate metalliche poste in un pozzo verticale ricavato in roccia, che alimentano singolarmente i tre gruppi di cui è dotata la centrale. L'energia elettrica viene prodotta da tre generatori gemelli mossi da tre turbine Francis ad asse verticale. Tramite un sistema di sbarre l'energia prodotta viene trasferita ai trasformatori elevatori installati all'interno della centrale; da questi la corrente delle tre terne viene trasportata all'esterno mediante 12 cavi che operano a 220 kV e arrivano in un sistema di smistamento costituito da due sbarre A.T. (una esercita a 130 kV e l'altra a 220 kV) per l'immissione definitiva in rete.
All'interno della galleria cavi sono presenti gli appoggi per le altre di terne e neutro ( 8 corde) in previsione dell'ampliamento della centrale e le due terne a 20 kV per i servizi ausiliari.
L'impianto è situato in galleria a circa 600 metri all'interno della montagna. La sua costruzione risale alla prima metà degli anni 50 e sfrutta le acque del serbatoio dell'Ambiesta per alimentare le sue tre turbine Francis che arrivano a consumare 66 m3/s di acqua. Bisogna tener conto che nel serbatoio dell'Ambiesta si riesce a fa confluire, dagli scarichi della centrale di Ampezzo, dalla presa di Caprizzi e quella sul torrente Degano poco più di 30 m3/s. Questo rende il serbatoio dell'Ambiesta una vasca di carico giornaliera e genera delle variazioni di livello del bacino di 7-8 metri al giorno.
L'impianto è predisposto per l'installazione di altri due gruppi, per un totale di 5 turbine, solo che a causa del disastro del Vajont non si sono mai portati a compimento i progetti di costruzione degli altri sbarramenti e derivazioni che dovevano consentire di avere la portata d'acqua necessaria ad alimentare i 5 impianti. Ora, a fianco della caverna dove si trovano i 3 corpi macchina funzionanti si possono vedere le enormi fondamenta che erano state preparate per le altre due turbine e generatori. Questo è molto interessante perchè consente di farsi una dimensione di quanto in realtà siano grandi questi impianti e di come siano costruiti.
La condotta principale di derivazione ha il diametro di 5 metri e si divide in 3 condotte forzate, del diametro di 2,5 metri ciascuna, che portano alle turbine discendendo in verticale sull'ultimo tratto che si trova dopo il pozzo piezometrico.
Le turbine, in precedenza tutte costruite dalla ditta Riva, sono del tipo Francis dal diametro di poco più di 6 metri e durante il funzionamento a regime vengono fatte girare a 430 giri/min.
Ad oggi un gruppo è stato aggiornato e sostituito con un nuovo sistema Andritz Hydro.
Per alimentare le componenti ausiliarie della centrale esiste anche un piccola turbina Pelton, oltre ad un gruppo elettrogeno esterno.
Ci sono due gallerie che portano fino alla sala macchine, la prima carreggiabile, parte dal frontale d'ingresso della centrale e porta direttamente alla sala macchine. La seconda è invece solo pedonale ed è anche la galleria cavi che collega la caverna con la palazzina che si trova antistante all'impianto di distrubuzione. Sulle pareti di questa galleria sono state costruite delle mensole su entrambi i lati della galleria per sostenere i 12 cavi che escono dalla macchine. A circa metà strada dall'ingresso della galleria e le macchine è presenta una piccola stanza detta dei giunti. In questa stanza erano presenti le giunzioni dei cavi ad altissima tenzione che escono dai trasformatori. Le giunzioni erano necessarie perchè all'epoca della costruzione le tecniche del momento non riuscivano a costruire cavi del genere che fossero abbastanza lunghi da percorrere l'intera galleria. Con le moderne tecniche di costruzione dei cavi questo problema non sussiste ed infatti i cavi che collegano le macchine sono stati sostituiti..
Attualmente l'impianto è completamente automatizzato ed è telecomandato e quindi è necessario pochissimo personale per controllarlo. Prima dell'automatizzazione dei sistemi vi lavoravano un centinaio di persone di cui in parte erano addetti alla sala macchine. Molto interessante vedere il sistema di controllo della velocità delle turbine, che veniva effettuato a mano mediante un pannelo di controllo che si trova in prossimità della turbina stessa.
L'interno della sala macchine è decorato con un'affresco che ripercorre tutta la storia del friuli e da altri elementi estetici e funzionali, come ad esempio i grandi pannelli retroilluminati che hanno la funzione di simulare delle finestre per rendere l'ambiente meno claustrofobico per gli addetti della sala.