- Tipologia dello sbarramento
- Cupola
La costruzione della diga di Caprile era iniziata negli anni '60 a doveva costruire l'impinato di testa del torrente Cordevole. Le acque del serbatoio dovevano andare ad alimentare la centrale di Savinier. La sua costruzione è stata interrotta dopo la frana del Vajont quando era già stato gettato il tampone alla base e le spalle. La gente del posto, preoccupata che si potesse ripetere anche lì una tragedia analoga, si è costituita in comitato ed ha iniziato a protestare, finché il Presidente della Repubblica, se non erro, Leone ha firmato un decreto che bloccava i lavori. Tutto è rimasto nel limbo fino a pochi anni fa, quando l’Enel e la Provincia di Belluno si sono accordati definitivamente per bloccare la realizzazione dell’opera.
Bisogna anche dire che su tutto il versante in dx idrografica, ovvero ciò che sarebbe stata la sponda orientale dell'invaso, è stato sfruttato per centinaia di anni per l'estrazione mineraria. Nel medioevo dalle miniere del monte Pore si estraeva ferro molto ricercato in tutta Europa per le sue qualità. Il materiale estratto veniva trasportato attraverso la strada della Vena (itinerario che è stato riproposto recentemente) al passo Valparola dove veniva lavorato. La compattezza di tutto quel versante è quindi compromessa dalle innumerevoli gallerie estrattive. Oltre alle caratteristiche meccaniche della roccia c'erano quindi anche altri problemi notevoli che sconsigliavano l'utilizzo del sito anche se la conformazione del terreno era ideale: valle stretta e profonda.
Come raggiungere la diga
Si attraversa il paese di Caprile, il ponte sul Cordevole e, subito dopo il ponte, si gira a destra e ci si trova in uno spiazzo dove è ubicato un deposito di materiali edili. Da li parte una stradina sterrata e, dopo alcune centinaia di metri, si arriva ad un’ area attrezzata per i picnic e un ampio parcheggio. La diga si trova poco oltre e vi si può accedere in macchina o a piedi. La seconda ipotesi è preferibile perché, durante le poche decine di metri del percorso, si possono scorgere le opere che l’impresa Lodigiani, aveva costruito per la realizzazione dell’ opera. Le foto pubblicate sono state fatte seguendo questo percorso. Interessante sarebbe poter vedere l’opera anche dalla parete del lago. Per fare ciò bisogna, dopo aver attraversato il Cordevole utilizzando il ponte di cui sopra, proseguire finché si arriva al bivio per Digonera. Si gira a destra e si sale per la strada costruita appositamente per poter arrivare ai paesi che si trovano sopra la diga una volta che l’ opera fosse terminata: Digonera è uno di questi ed è per questo motivo che è più facile sentire parlare di diga di Digonera. Appena dopo la galleria c’è uno spiazzo dove si può parcheggiare e vedere la parte di coronamento della spalla sinistra. Sicuramente, è stato riferito da un pescatore che lo usa, c’è un sentiero che porta fino in fondo alla valle e, quindi, al lago, o quello che ne rimane, che c’è dietro la parte di diga costruita. Purtroppo però non è facile trovarlo.
Per chi fosse interessato ad altre notizie accessorie su questa parte della val Cordevole ormai abbandonata: il tratto della strada che portava a Digonera tra l’incrocio con la strada forestale e l’incrocio con la strada di Laste, dove la strada ora percorribile (SP 563) si ricongiungeva con quella che sarebbe stata sommersa, era praticamente tutto in galleria in salita. Il dislivello che ora si fa tra Sviner e la fine della galleria di Sopracordevole lo si faceva tutto lì. Le entrate della gelleria sono state chiuse con materiale di riporto e di scavo della strada sovrastante. Se però andate a Collaz, sulla SR 203 tra bivio Cernadoi e bivio SP251 e scendete lungo i prati, si arriva ad un punto in cui si vede bene ciò che rimane della galleria (si vede la parte sommitale dell’arco rivestito in pietra) e della vecchia strada.