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Le dighe

Forte Buso

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pubblicato nel — modificato nel

Condizione
Esercizio normale
Uso
Idroelettrico
Tipologia dello sbarramento
Arco gravità
Anno di costruzione
1953
Altezza dello sbarramento [m]
105
Lunghezza del coronamento [m]
321
Capacità invaso [milioni di metri cubi]
32.1

La diga di Forte Buso fa parte dell’Asta del Cismon insieme alla diga di Val Schener e alimenta la centrale di Caoria. Il bacino imbrifero totale è ottenuto: dal Trevignolo, dalle prese Fiampellan, Vallaccia, Ceremana, Valon, Valonet, Laste, Cece e Valmaggiore.

La stretta presso Forte Buso fu presa in considerazione fin dai primi decenni del Novecento per la costruzione di una diga che avrebbe permesso di cambiare volto all’economia locale. I primi progetti del manufatto risalgono rispettivamente all’anno 1938 (di cui si sono perse le tracce) e al 1940. Entrambi prevedevano la costruzione di un’ardito e imponente manufatto del tipo a gravità ordinaria in calcestruzzo. Il 2° progetto fu approvato e così poterono iniziare i lavori di costruzione, ma, furono bloccati dopo soli due anni in piena II^ Guerra Mondiale quando vennero a mancare gli operai, i mezzi meccanici e gli esplosivi. I segni di quasta realizzazione non sono più visibili, poichè il tampone fu demolito a seguito dei lavori di costruzione della nuova diga. Il 3° progetto che prevedeva la costruzione di una diga ad arco-gravità fu preposto con calma (le risorse finanziarie erano comprensibilmente molto scarse e le esigenze legate alla ricostruzione del Paese di tutt’altra natura). Il progetto fu approvato e i lavori di costruzione iniziarono sull’alveo del Torrente Travignolo con la costruzione di una piccola avandiga del tipo a gravità ordinaria in calcestruzzo ad andamento planimetrico leggermente arcuato della lunghezza al ciglio complessiva di 19,50 m e un’altezza di 7,29 che trattenesse le acque del corso d’acqua come una vera diga permettendo così che il loco in cui i lavori di scavo delle imposte (posto a circa 27 m a valle della diga temporanea) rimanesse asciutto. Però quest’opera non bastava, poichè, il piccolo bacino creato dal manufatto poteva tracimare al disopra della stessa allagando le fondazioni della diga. Per quasto fu costruita una galleria di deviazione che scaricasse in parte le acque del bacino “temporaneo” evitando lo sfioro dell’avandiga e che scaricava a circa 210 m dal luogo in cui erano in atto i lavori di sbancamento delle spalle della futura diga. Dopo avere ultimato queste due opere si procedette ai lavori suddetti che vennero ultimati nel Luglio dell’anno 1950. Così, si iniziarono a gettare le fondazioni e il pulvino della vera e propria diga, che crebbe di circa 65 cm al giorno fino al suo completamento che ebbe luogo il 17 Giugno 1953, senza inaugurazione, forse perchè non vi erano elezioni in vista. Gli operai che lavorarono per la creazione dell’opera, nel 1952 furono più di 750.

La diga dalla sua entrata in servizio non presentò problemi particolari e, solamente nel 2008 ebbe luogo la manutenzione dello scarico di fondo; I lavori sono iniziati il 10 Febbraio 2008 alle h. 5:30; All’apertura dello scarico defluiva una portata pari a 1 m3/s.

L’intenzione della Primiero Energia era quello di aumentare il deflusso di 1 m3 ogni due ore fino a 5 m3. L’importanza di effettuare lo svaso in maniera graduale e modulata è da attestarsi su di una portata media di deflusso pari a a 7 m3, era stata ribadita anche nella conferenza di servizi quindi nella determina relativa ovviamente al fine di permettere alla fauna ittica di spostarsi agevolmente nell’alveo, ed indirettamente di controllare il livello di torbidità delle acque. Il livello suddetto nel rispetto della determina di riferimento è stato monitorato dalla Primiero Energia durante tutta la durata delle operazioni di svaso, in modo discreto ogni 30 minuti attraveso la predisposizione di idonea collocata a circa 500 m dallo scarico di fondo. Il livello di torbidità dell’acqua scaricata lungo l’Asta del torrente Travignolo si presentava all’apparenza irrilevante; nel tratto a valle dell’ex ponte della SS 48 (poco a monte) in corrispondenza del recente cantiere Bacini Montani ha contribuito ad incrementare la torbidità fin dai primi giorni di svaso è stata invece subito evidente a causa del dilavamento del materiale limoso collocato sul fondo dell’alveo a conclusione dei lavori di ripristino dello stesso. Anche il cantiere di Bacini Montani ha contribuito nei primi giorni di svaso ad incrementare la torbidità dell’Avisio. Nelle giornate del 12 e del 13 Febbraio la torbidità è andata progressivamente aumentando, rimanendo comunque aldisotto dei limiti fissati dalla determina fino al termine delle operazioni avvenute nella notte tra il 14 e il 15 Febbraio; solamente nelle ultimissime ore si svaso, a invaso praticamente completamente vuoto si è avuto un incremento al disopra della determina di rierimento dell'1% causati da un’improvviso e imprevisto franamento locato all’imbocco dello scarico di fondo formato da una consistente quantità di lastre di ghiaccio. I dati relativi alla torbidità sono consultabili presso la Magnifica Comunità di Fiemme. Così sono potuti iniziare i lavori riguardanti lo scarico di fondo che si sono svolti a pieno ritmo fino alla fine di Marzo.

La gola in cui è impostata la diga, di origine erosiva, è incisa nella stessa massa di porfido quarzifero che co­stituisce il fondo e le sponde del serbatoio. Sulle sponde si notano alcuni filoni di porfirite appartenenti al ciclo eruttivo triassico della valle di Fassa: tali filoni sono di limitato spessore e non influiscono sulla resi­stenza delle spalle di imposta della diga. Il fondo della stretta era ricoperto da alluvioni della potenza di qualche metro. Le fratturazioni caratteristiche del porfido quarzifero, più o meno aperte ed estese in superficie, si riducono gradualmente di ampiezza e di numero in profondità: nel suo insieme, la roccia è sana ed offre un sicuro impostamento per la diga. Il serbatoio, invece ricade nei porfidi quarziferi di età permiana. In alcune zone delle sponde la roccia è coperta da alluvioni e da detriti di falda e di frana, al di sotto dei quali si conservano immutate le caratteristiche della roccia di fondo. Lo sbarramento è del tipo ad arco-gravità con un paramento di monte leggermente arcuato in sezione trasversale. La struttura è dissimmetrica ed ha spessore variabile sia dalla chiave all’imposta, sia dalla sommità alla base: essa è poggiata su un pulvino d’imposta, con interposizione di giunto permanente. In sponda sinistra la struttura è completata con una breve spalla a gravità massiccia. Il manufatto ha un’altezza di:

  • sul punto più depresso del tampone: m 110,00
  • sul piano dell’alveo a valle: m 105,00
  • sul tratto orizzontale della culla del giunto perimetrale m 85,00

Gli spesssori sono invariabili orizzontalmennte dalla chiave all’imposta, mentre orizzontalmente sono pari a:

  • al coronamento: m 5,00
  • alla base: m 32,45
  • spessore del tampone: m 33-34

I suoi volumi, inoltre, sono di:

  • corpo diga:m3 200.000
  • pulvino d’imposta e tampone: m3 60.000
  • complessivo: m3 260.000

La diga è composta da calcestruzzo dosato con 240 kg di cemento per m3 e si appoggia alla roccia attraverso il pulvino di imposta, dello spessore minimo di 2,50 m, che al di sotto di quota 1375 continua in un tampone sistemato a chiusura della parte più profonda ed angusta della stretta; fra la struttura a volta e il pulvino è inter­posto un giunto perimetrale continuo permanente. Il corpo della diga, al di sopra del giunto perimetrale, è diviso da 22 giunti radiali di costruzione, in conci della larghezza media di m 12,50 in corripondenza alla fibra media del coronamento. La tenuta sia dei gìunti radiali, che sono stati sigillati a ritiro avvenuto, sia del giunto perimetrale permanente, è assicurata da un lamierino di rame annegato nel calce­struzzo a m. 0,60 dal paramento a monte e da una trave coprigiunto appoggiata su uno strato di materiale plastico impermeabilizzante. Tre passerelle d’ispezione corrono orizzontalmente sul paramento a valle alle quote 1377,50, 1400 e 1430. Il drenaggio della struttura è affidato ad una serie di tubi di cemento forati, del dia­metro di m 0,30, disposti con interasse di 3 m fino alla q. 1415 e con interasse di 6 m da questa quota fino alla q. 1430; essi fanno capo a due cunicoli longitudi­nali di ispezione e di raccolta: uno è orizzontale a q. 1400 e l’altro corre lungo il giunto perimetrale. Nel tampone è ricavato un terzo cunicolo orizzontale a q.1360. I cunicoli sono accessibili dal coronamento, dalle passerelle e dal piede a valle della diga. Le opere di scarico sono composte da uno scarico di superficie, intermedio e di fondo e hanno una portata di spurgo complessiva, quando l’invaso raggiunge la sua quota di massima regolazione di 380 m3.

Scarico di superficie È costituito da un manufatto ricavato in sponda destra, munito di due luci con soglia a q. 1454,25 che immettono, tramite un unico scivolo a vena aderente di 20 m di caduta, in una galleria a pelo libero del diametro di 5 m e pendenza del 3%. La sua portata di spurgo è pari a 250 m3.

Scarico intermedio Consiste in una galleria scavata in sponda destra sotto lo scarico di superficie, a se­zione policentrica di m 3,50 x 3,00, intercettata a circa 54 m dall’imbocco da una paratoia piana e da una a settore circolare a comando oleodinamico e manuale. La sua portata di scarico è di 80 m3.

Scarico di fondo È costituito da una galleria a sezione policentrica di m 3,00 x 3,00, utilizzata per la deviazione del torrente durante la costruzione; la galleria è intercettata a circa 135 m dall’imbocco da due paratoie piane a comando oleodinamico e manuale. La sua portata massima di scarico è di 50 m3.

L’invaso creato dallo sbarramento ha funzione di regolazione annuale dell’energia producibile nell’Asta del Cismon. La sua quota di massimo invaso è pari a 1458,00 m s.l.m. mentre quella di massima piena a 1459,00 m. Il serbatoio quando raggiunge la quota di massima regolazione ha un volume complessivo di 32.1 Mm3 e, invece possiede una capacità utile di 31.6 Mm3.


Come raggiungere la diga

Da Feltre, prendere per Fiera di Primiero SS 50, proseguire oltre passando San Martino di Castrozza, passare il passo Rolle e scendendo ci dovrebbe essere una stradina a sinistra dove indica “campeggio parcheggio lago”, porta all’inizio del lago. Dall’altra parte, dalla val di Fiemme-Fassa si sale dalla valle dell’Adige (A22) poi a Predazzo si prende per il passo Rolle, salendo passato il paese di Paneveggio (da cui il lago prende il secondo nome, la diga invece è di Forte Buso) sulla destra la vedi quasi per intero da davanti, bisogna procedere per altri 4-5 km prima di arrivare alla stradina che scende al posto camping.

Libri e siti Internet

Immagini

Come si presentava la diga vista dall’alto e dalla spalla Dx il giorno del suo completamento, il 17 Giugno 1953
Forte Buso - Corografia dell’Impianto Caoria
Notare, praticamente di fronte alla diga, la cabina di pompaggio
Notare, praticamente di fronte alla diga, la cabina di pompaggio
Forte Buso - La diga vista da monte

Gioele Grandicelli

Uno dei giovani redattori di ProgettoDighe, è attivo dal 2009.

Attivo principalmente nell’Asta ENEL Fiume Serchio, nell’Asta ENEL Torrente Lima, nell’Impianto HydroVersilia di Cardoso e nell’Impianto ENEL Green Power di Lombrici, ed inoltre nell’Asta ENEL Fiume Piave.