- Condizione
- Fuori esercizio temporaneo
- Uso
- Nessun Utilizzo Attuale
- Tipologia dello sbarramento
- Arco semplice
- Anno di costruzione
- 1917
- Altezza dello sbarramento [m]
- 47
- Lunghezza del coronamento [m]
- 60
- Capacità invaso [milioni di metri cubi]
- 5.5
La diga nasce nell’ambito di ampio progetto di politica energetica, pensato da Francesco Saverio Nitti, tra gli anni 1911 e 1914 da cui nacque, nel 1914, della Società Lucana per le imprese idroelettriche, azienda che portò nel 1917 al completamento dell'opera. Il progetto e la direzione lavori fu dell'Ing. Angelo Omodeo.
Le opere di scarico consistono in uno scarico di superficie e di due scarichi profondi di cui uno sussidiario.
Lo scarico di superficie è composto da uno sfioratore in sponda sinistra, suddiviso in tre luci a libera tracimazione dallo sviluppo complessivo di 21.3 m.. Allo sfioratore è affiancata una luce, ampia 8 m, con soglia a quota 563.5 m s.l.m. intercettata da una paratoia automatica a settore.
Lo scarico sussidiario consiste in una derivazione della condotta forzata posta a monte degli organi di intercettazione della condotta stessa e quindi a circa 10 m a valle dalla diga. Questo scarico ha una luce di 0.4 m di diametro.
Lo scarico di fondo è una tubazione in acciaio dal diametro di 1 m con asse a quota 525 m s.l.m. . L'imbocco della tubazione è costituito da un torrino addossato al paramento e protetto da una griglia orizzontale a cupola installata nel 1944. L'intercettazione è effettuata da una saracinesca del diametro di 0.6 m e da una valvola a farfalla da 0.4 m di diametro.
I volumi ANIDEL riportano che l'impianto fin dall'inizio presentò problemi nell'impermebilizzazione del bacino, costituito prevalentemente di roccia calcarea molto fratturata e resa impermeabile dallo strato argilloso che la ricopre.
Già nel 1915 in occasione del primo riempimento del serbatoio con la diga gettata fino a quota 550 m s.l.m. si notarono le prime perdite, che in occasione del completamento della struttura nel 1917 aumentarono fino a 1600 l/s. Con il 1918 si tentò l'impermeabilizzazione della zona della diga utilizzando la tecnica, allora praticamente sconosciuta in europa, quella del "cement-gum". Però, anche a seguito di questi lavori il problema non venne eliminato arrivando, con il bacino a quota 564 m s.l.m., a subire perdite di 3500 l/s.
Venne quindi decisa l'impermeabilizzazione dell'intero serbatoio, i cui lavori durarono fino al 1929 quando le perdite si ridussero fino a 300 l/s con una impermeabilità totale raggiunta solo nel 1930.
L'impermeabilizzazione implicò il lavoro di una superficie di 39000 m2 che venne spruzzata di gunite con una densità di 40-50 m3 per ogni 1000 m2.
L'impianto fu utilizzato a regime ridotto fino al 23 novembre 1980, anche se la centrale annessa fu dismessa ancor prima, e da allora è fuori servizio.
Libri e siti internet
- La storia: un invaso voluto da Nitti
- Diga di ritenuta e centrale idroelettrica di Muro Lucano: ipotesi di recupero
- Diga di ritenuta e centrale idroelettrica di Muro Lucano: ipotesi di recupero
- Dighe di ritenuta degli impianti idroelettrici italiani di ANIDEL
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