- Condizione
- Esercizio normale
- Uso
- Potabile
- Tipologia dello sbarramento
- Arco gravità
- Anno di costruzione
- 1982
- Altezza dello sbarramento [m]
- 101
- Lunghezza del coronamento [m]
- 433
- Capacità invaso [milioni di metri cubi]
- 33
La Diga di Ridracoli è Situata ad una altezza di 557 metri sul livello del mare, in provincia di Forlì Cesena, è stata costruita fra gli anni 1974 ed il 1982 con la finalità di fornire di acqua un milione di persone della pianura e della riviera Romagnola.
Il corpo della diga è costituito da una struttura a doppia curvatura poggiante su di un pulvino di fondazione che si sviluppa lungo il profilo di scavo con spessore variabile, fino ad estendersi al coronamento a formare spalle della larghezza di 10 m. La struttura è sviluppata radicalmente in 27 conci, da 26 giunti che consentono una altezza di 103,5 m. Sia dentro il pulvino che nel corpo diga sono stati predisposti cunicoli dimensionati in modo da consentire la realizzazione di tutte le opere di impermeabilizzazione e sutura dei giunti, assicurare il completo drenaggio delle acque di infiltrazione, l’installazione di strumentazioni per il monitoraggio e per l’ispezione del corpo diga. L’acqua che rifornisce l’acquedotto viene prelevata dal lago mediante un’opera di presa, situata in spalla destra. Essa è costituita da due imbocchi dislocati a quote diverse (490 e 540 m s.l.m.) per prelevare in modo indipendente le acque nelle migliori condizioni di temperatura e torpidità. I due imbocchi convergono in un pozzo, profondo circa 130 m, collegato con la galleria di derivazione che conduce l’acqua verso, prima la centrale idroelettrica, poi verso il potabilizzatore situato poco più a valle.
Costruzione corpo diga
Tutta la struttura è stata realizzata con impiego di inerti, sabbia e pietrischi a granulometria appositamente studiata con dimensione massima di 12 cm, legati con cemento pozzolanico tipo 325 a basso sviluppo di calore. Pur trattandosi di una opera in calcestruzzo semplice si è fatto un rago uso di barre d’acciaio. I materiali inerti sono stati reperiti presso le cave San Bartolo – Ravenna (sabbie), le cave lungo l’alveo del fiume Marecchia (ghiaie) e presso le valli del Metauro e del Tevere. La notevole distanza dalle fonti di approvvigionamento, circa 100/200 km dal cantiere, ha comportato importanti oneri economici e notevoli disagi nel trasporto. Gli interti venivano stoccati in appositi silos situati a fondo valle, “vagliati e puliti” e, mediante nastri trasportatori (745 metri di percorso), condotti in altri silos posti in corrispondenza dell’attuale area panoramica in spalla sinistra. Qui era stoccato il cemento, che insieme agli inerti e acqua veniva condotto attraverso cabalette fluidificate all’adiacente torre beton. All’interno della torre, controllato da una apparecchiatura elettronica, avveniva il dosaggio dei componenti, estremamente importante per una buona riuscita del calcestruzzo. La muscolazione avveniva grazie a 3 betoniere biconche di 3 m3 ciascuna. Il calcestruzzo prodotto, veniva prima caricato su filobus e da questi alle benne di capacità di 5 m3 ciascuna. A sua volta le benne venivano condotte al punto di scarico lungo il percorso di funi motrici costituito da 2 blondin radiali con punto fisso in spalla sinistra e via di corsa per carri mobili in spalla destra. Una volta scaricato sul concio, il calcestruzzo veniva distribuito con Dozer e veniva vibrato mediante 4 cingolati corredati ciascuno di 4 vibratori idraulici. Il corpo della diga è dotato di:
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scarico di esaurimento, costituito da una condotta metallica del diametro di 1,60 m munita di organi di chiusura con comandi oleodinamici costituiti da due saracinesche. E’ inserito direttamente nel bacino di smorzamento
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scarico di fondo, costituito da una galleria di 300 m in spalla destra. Da questo scarico vengono rilasciati almeno 20 l/s d’acqua per consentire la continuità della vita al fiume Bidente; portata 170 m3/s
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scarico di mezzofondo, costituito da una galleria in spalla sinistra collegata a valle tramite uno scivolo; portata 130 m3/s
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scarico di superficie, 8 aperture rettangolari che si trovano sotto al coronamento della diga e che consentono la tracimazione naturale nella zona centrale; portata 600 m3/s
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bacino di smorzamento posto al piede della struttura nella zona centrale con una superficie di circa 6000 m2. Il lato di valle è delimitato da una traversa di contenimento alta 14 m e con un ciglio sfiorante dello sviluppo di 60 m. Il bacino consente di attenuare l’impatto in caduta e di rendere meno impetuosa l’immissione dell’acqua nel fiume Bidente.
Per superare uno dei principali problemi di stabilità della diga, cioè l’infiltrazione di acqua sotto ed attraverso il corpo diga con conseguente sviluppo di sottopressioni, si provveduto alla realizzazione di uno schermo di impermeabilizzazione e di un complessivo sistema drenante. Lo schermo di impermeabilizzazione è stato esteso a tutto lo sviluppo dell’imbasamento del pulvino in corrispondenza del pramento di monte ed è stato realizzato attraverso l’iniezione di cemento all’interno delle fratture e delle fessure degli strati di arenaria. Il sistema drenante, realizzato a valle dello schermo di impermeabilizzazione, è costituito da canne in pvc cementate. Le acqua raccolte all’interno di cunicoli sono poi scaricate a valle attraverso un condotto di scarico.
Come raggiungere la diga
Usciti dal casello autostradale A14 di Forlì seguire indicazioni per Meldola. Continuare in direzione Santa Sofia lungo la strada Statale 310. Si supera il paese di Santa Sofia in direzione Campigna e dopo 2 chilometri si devia a sinistra per Ridracoli. Alcuni siti che calcolano il percorso vi consigliano di uscire a Cesena nord dalla A14, passare per la E45 ed uscire in località San Piero in Bagno, e poi andare a Santa Sofia. NON fatelo, la strada che va da San Piero a Santa Sofia è 15 km di curve strettissime. Seguite il mio consiglio, anche se vi sembra più lunga (e non credo lo sia), è molto molto più comoda quella che vi ho suggerito.
Libri e siti internet