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Stato: Italia
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Regione: Veneto
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Provincia: Belluno
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Località: Sappada
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Corso d’acqua: Piave
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Condizione: irrealizzata
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Uso: Idroelettrico
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Tipologia: arco a doppia curvatura
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Anno di fine costruzione: non realizzata
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Quota di massima regolazione [m s.l.m.]: 1117.25
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Altezza dello sbarramento[m]:: 59.50
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Lunghezza del coronamento [m]: 32.00
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Volume della diga [m3]: 1450
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Capacità invaso [Mm3]: 2.98
La diga di Sappada doveva rientrare nell’Impianto dell’Alto Piave insieme alla diga di Val Visdende (anch’essa mai realizzata), Comelico e Santa Caterina e alimentare la Centrale di Ponte Cordevole e La Lasta.
La progettazione è stata affidata all’Ing. Nino Alberico Biadene sulla base di un progetto degli anni ‘50 dell’Ing. Carlo Semenza, perito tre anni prima. La sua realizzazione, però, è stata impedita dal disastro del Vajont del 9 Ottobre 1963 che ha bloccato la progettazione e la costruzione di tutte le dighe della zona. Essa doveva sbarrare il fiume Piave presso la forra di Acquatona poco più a valle di Sappada e creare un bacino della capacità utile di 2.1 Mm3 che si dovava estendere per 6,7 Km lungo la valle. Il manufatto dovava essere del tipo a doppia curvatura in calcestruzzo tracimabile nella parte centrale e avere un’altezza di:
- Sul punto più depresso delle fondazioni: 63,50 m
- Sul piano generale di fondazione: 59,50 m
- Sull’alveo: 58,94 m
Il suo coronamento doveva avere una lunghezza di soli 32,00 m, una corda di appena 20,37 m e una larghezza di 1,20 m. Sul paramento di valle dovevano essere predisposte quattro passerelle di servizio. Secondo il progetto la diga alla base dovava essere spessa 9,10 m mentre presso gli sfioratori (quando dovava toccare lo spessore minimo) solo un metro. La diga doveva possedere nella parte centrale quattro luci di sfioro avente luce netta cadauno di 5,00 m e uno sviluppo complessivo di 20,00 m. Lo sbarramento doveva possedere uno scarico di esaurimento che la dovava attreversare a q. 1066,75 m s.l.m. del diametro di m 0.85 della lunghezza di 7,32 m chiusa da una paratoia a strisciamento.
La presa di derivazione dovava essere predisposta in sponda destra ed essere protetta da una griglia a sacco sollevabile comandabile dalla cabina comandi centralizzati in sponda sinistra L’imbocco della condotta dovava essere di forma rettangolare delle misure di m 1,50 x 1,25.
Come arrivare alla forra
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Per chi arriva dal Veneto: si può prendere l’autostrada A27 Mestre-Belluno fino all’ultima uscita di Longarone (Pian di Vedoia), poi continuare per Pieve di Cadore. In prossimità di Auronzo di Cadore si devia per Santo Stefano di Cadore. Da qui bisogna continuare per Sappada e, circa 500 m prima dell’abitato, si arriva alla forra dell’Acquatona
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Per chi arriva dal Friuli Venezia Giulia: bisogna seguire la A28 Palmanova-Tarvisio e bisogna uscire al casello di Carnia/Tolmezzo. Qui continuare per la strada statale 52 che passa per Ovaro e Rigolato. Dopo avere passato Sappada continuare per 500 m circa fino ad affiancare la forra.