
In pratica dalle ricerche effettuate, già nel 1445 esisteva la roggia di Vivaro, quando ancora la Valcellina era solo una stretta gola scavata dal torrente Cellina nei secoli e la valle era priva di impianti idroelettrici e di strade di collegamento.
La roggia di Vivaro veniva derivata dal Cellina qualche centinaio di metri a valle della stretta di Ravedis, in sx valle, tramite un alveo artificiale ricavato in terrapieno.
La funzione della roggia, era quella di abbevereraggio degli animali, di irrigazione e per usi domestici dell'abitato di Vivaro.
Essa azionava parecchie ruote di mulini, fabbri e segherie ai piedi di Vivaro, disposti lungo quasi tutto l'alveo della roggia.

Questa situazione rimane pressochè invariata sino alla fine del 1800, quando, grazie all'ingegno dell'ingegnere Aristide Zenari, tutta la valle subì una radicale trasformazione.
C'è da segnalare che negli anni furono numerose le ondate di piena del torrente Cellina che provocò seri e ripetuti danni al terrapieno di contenimento della roggia di Vivaro.
Approfittando del cambiamento industriale della Valcellina, si decise di rendere più sicura e funzionale anche la derivazione della roggia di Vivaro.

Come si vede dalla figura 2, oltre alla realizzazione della strada statale, vennero realizzate delle imponenti opere di derivazione delle acque per scopi idroelettrici (vi rimando negli altri topics su questi impianti per maggiori dettagli), ad iniziare dalla realizzazione della diga di Barcis (vecchia diga) e del relativo canale di derivazione che giungeva, scorrendo sotto al piano stradale, sino in località Monciaduda.
In questo punto la portata maggiore proseguiva dentro la montagna a formare la Galleria Grande, per sbucare sopra l'abitato di Malnisio; qui Zenari e Pitter avevano progettato e costruito una vasca di decantazione, uno sfioratore a gradoni ed il canale proseguiva sino alla vasca di carico posto sopra alla centrale A. Pitter.
Le condotte forzate alimentavano le turbine della centrale di Malnisio.
Tornando al nodo di Monciaduda, dal canale principale, proprio nei pressi della vecchia osteria 'Valcellina', veniva derivata una portata di 600 litri al secondo che attraversavano, in un tubo a sifone, il torrente Cellina per giungere in sinistra valle.
Dopo un tratto in galleria, l'acqua percorreva un'ardita canaletta scavata in roccia che giungeva sino alla località La Fous.

In località Fous venne realizzata una vasca di carico (grazie sander per averla scoperta!

La centrale fu inizialmente proprietà della Società Pordenonese di Elettricità e successivamente dell'Anonima Elettrica Trevigiana. Fu realizzata attorno al 1908 e restò in funzione sino al 1956.
Purtroppo non sono riuscito a trovare dati sulla centrale, però ho recuperato una vecchia foto durante la sua costruzione:

In questo modo si pensava di aver risolto il ricorrente problema dei danni provocati dalle piene del Cellina all'opera di presa della roggia. Si ebbero gravi danni al terrapieno contenitivo nel 1926, quando furono asportati 600 metri di sede roggiale e danni minori in altre occasioni.
Nel 1956 il Consorzio di bonifica del Cellina-Meduna pensò di eliminare il tratto della roggia di Vivaro dalla Fous sino a Vivaro e di sostituirlo, vista comunque la prevalenza altimetrica della derivazione in località Monciaduda, con un nuovo tratto interrato che passasse sotto l'abitato di Maniago e sbucasse nelle campagne tra Vivaro e Maniago stesso.
In seguito a questa profonda modifica della roggia, numerosi opifici industriali nati inizialmente lungo il primo alveo roggiale furono sottesi e cessarono la propria attività (mulini, battiferro, ecc.). Tra di essi ricordiamo (idroelettricamente parlando...

La Valcellina subì ulteriori modifiche dal punto di vista degli impianti e dei canali, modifiche che ho visualizzato nello sketch successivo:

CONTINUA...