Sulle tracce della Roggia di Aviano
Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
Stamattina io e il caro amico sander abbiamo fatto una piacevolissima "esplorazione" nella zona del Partidor, sulle tracce della Roggia di Aviano e delle opere ad essa connesse. Abbiamo trascorso una bella mattinata, riscaldati da un bel tepore primaverile dopo l'acquazzone di ieri; alla fine abbiamo fatto una camminata piuttosto lunga, abbiamo avuto modo di parlare del più e del meno, abbiamo visto tante cose interessanti e abbiamo avuto alcune conferme dei nostri dubbi.
Per prima cosa, la nostra attenzione si è rivolta al luogo dove c'era il manufatto ripartitore di cui ho avuto modo di scrivere qui. Attualmente, del "vecchio" manufatto, non è rimasto nulla se non (a mio parere) le "spalle" in calcestruzzo del nuovo manufatto, che si presenta così:
Si tratta quindi di uno "scivolo" in cui scorre principalmente l'acqua di scolo del "Laghetto Partidor" (ex vasca di carico della centrale di Partidor vecchia). Stamattina in realtà dal laghetto non scolava nulla e tutta l'acqua proveniva da un sifone che, a nostro parere, era uno scarico di "troppo pieno" di una canalizzazione del Consorzio di Bonifica: In questa foto, presa "da monte", si vede sotto a sinistra, in primo piano, il sifone che scarica l'acqua; in fondo c'è lo scivolo; ancora più in fondo si intravede il greto del Torrente Cellina.
Tornando allo scivolo: sulla base di alcuni particolari costruttivi, sander ha ipotizzato che l'opera esistente sia stata costruita a partire dagli anni '90, quindi dopo la dismissione della Centrale di Partidor Vecchia e delle altre due centrali della "vecchia asta del Cellina" (1988).
Confrontando l'opera attuale con le due foto esistenti del vecchio manufatto, pubblicate dal prof. Luigino Zin nei suoi libri, abbiamo notato che è stato eliminato lo "sfioratore" superiore e l'arco sotto il quale scorreva la Roggia di Aviano; entrambe opere, queste, non più necessarie a seguito della dismissione della Roggia e della revisione generale del sistema elettro-irriguo del Cellina.
A nostro parere, la Roggia di Aviano scorreva più o meno al livello del piano intermedio dello scivolo, sopra i dissipatori; nella foto seguente, secondo noi il letto della Roggia era all'incirca dove ora c'è la "vasca": Ci troviamo a mezza costa, relativamente alla ripa del Cellina.
Per prima cosa, la nostra attenzione si è rivolta al luogo dove c'era il manufatto ripartitore di cui ho avuto modo di scrivere qui. Attualmente, del "vecchio" manufatto, non è rimasto nulla se non (a mio parere) le "spalle" in calcestruzzo del nuovo manufatto, che si presenta così:
Si tratta quindi di uno "scivolo" in cui scorre principalmente l'acqua di scolo del "Laghetto Partidor" (ex vasca di carico della centrale di Partidor vecchia). Stamattina in realtà dal laghetto non scolava nulla e tutta l'acqua proveniva da un sifone che, a nostro parere, era uno scarico di "troppo pieno" di una canalizzazione del Consorzio di Bonifica: In questa foto, presa "da monte", si vede sotto a sinistra, in primo piano, il sifone che scarica l'acqua; in fondo c'è lo scivolo; ancora più in fondo si intravede il greto del Torrente Cellina.
Tornando allo scivolo: sulla base di alcuni particolari costruttivi, sander ha ipotizzato che l'opera esistente sia stata costruita a partire dagli anni '90, quindi dopo la dismissione della Centrale di Partidor Vecchia e delle altre due centrali della "vecchia asta del Cellina" (1988).
Confrontando l'opera attuale con le due foto esistenti del vecchio manufatto, pubblicate dal prof. Luigino Zin nei suoi libri, abbiamo notato che è stato eliminato lo "sfioratore" superiore e l'arco sotto il quale scorreva la Roggia di Aviano; entrambe opere, queste, non più necessarie a seguito della dismissione della Roggia e della revisione generale del sistema elettro-irriguo del Cellina.
A nostro parere, la Roggia di Aviano scorreva più o meno al livello del piano intermedio dello scivolo, sopra i dissipatori; nella foto seguente, secondo noi il letto della Roggia era all'incirca dove ora c'è la "vasca": Ci troviamo a mezza costa, relativamente alla ripa del Cellina.
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Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
Successivamente abbiamo fatto visita alla Centrale di Partidor Vecchia (ovviamente all'esterno), che è un luogo sempre interessante da vedere perché ci sono tante cose da ri-scoprire. Qui, come noto, la Roggia di Aviano scorreva sotto le tre condotte forzate, tra il pozzo piezometrico e l'edificio della centrale, e riceveva l'acqua di scarico della turbina più piccola (3 metri cubi al secondo) nonostante essa fosse situata qualche metro sotto la Roggia stessa.
Il corso della Roggia si intuisce molto bene, perché gli argini ci sono ancora e sono molto evidenti. Peccato che il letto del corso d'acqua sia invaso dalla vegetazione selvatica, per cui la perlustrazione è resa difficile dagli arbusti e dai rovi; per questo motivo, il fatto di aver compiuto questa "esplorazione" proprio in questa stagione pre-primaverile è stato determinante, perché ora gli alberi sono ancora spogli e, almeno, non c'è tutto il fogliame che nasconde ancor più la visuale.
Se mai una squadra di volenterosi e appassionati di queste tematiche si mettesse a fare una bella pulizia di questi luoghi, così carichi di storia e ingegno e ancora capaci di "raccontare" tante cose... vabbé, sognare è lecito
Il corso della Roggia si intuisce molto bene, perché gli argini ci sono ancora e sono molto evidenti. Peccato che il letto del corso d'acqua sia invaso dalla vegetazione selvatica, per cui la perlustrazione è resa difficile dagli arbusti e dai rovi; per questo motivo, il fatto di aver compiuto questa "esplorazione" proprio in questa stagione pre-primaverile è stato determinante, perché ora gli alberi sono ancora spogli e, almeno, non c'è tutto il fogliame che nasconde ancor più la visuale.
Se mai una squadra di volenterosi e appassionati di queste tematiche si mettesse a fare una bella pulizia di questi luoghi, così carichi di storia e ingegno e ancora capaci di "raccontare" tante cose... vabbé, sognare è lecito

Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
Il focus della nostra escursione era, però il "Portazzo della Volta". Ovvero: vedere se di questa opera esistono ancor oggi delle tracce e dei resti.
Ricordo brevemente che questo manufatto era un partitore, costruito poche centinaia di metri dopo la Centrale di Partidor Vecchia, che ripartiva le acque della Roggia di Aviano per dare origine alla Roggia di San Foca (che scendeva a San Foca - San Quirino - Roveredo - Cordenons) e alla continuazione stessa della Roggia di Aviano (verso San Martino di Campagna - Marsure - Aviano e verso Roveredo - Rorai - Prata attraverso la "Brentella").
Nelle foto pubblicate dal Prof. Luigino Zin, e che ho riportato qui, vediamo che già negli anni '90 il luogo era abbandonato, però spoglio da alberi. Ora, dopo quasi trent'anni, in mezzo alla boscaglia che nel frattempo è cresciuta, di questa opera si è conservata qualche testimonianza?
La risposta è... sì!
Addentrandoci tra gli arbusti, infatti, a pochi metri dalla strada asfaltata, io e sander abbiamo ri-scoperto le tracce di questo manufatto, l'opera di presa della Roggia di San Foca e alcune decine di metri del corso della Roggia di Aviano.
Purtroppo le foto non rendono l'idea, la vegetazione non consente di avere uno sguardo d'insieme, bisogna per forza andare in loco per capire e comprendere.
Questo è il muretto che divideva i due corsi d'acqua (visto da valle verso monte):
Altra foto del muretto (visto da monte verso valle): Sulla sinistra iniziava la Roggia di San Foca, sulla destra continuava la Roggia di Aviano.
Questo è, praticamente, l'incile della Roggia di San Foca:
Altra foto, sempre del tratto iniziale della Roggia di San Foca:
Ricordo brevemente che questo manufatto era un partitore, costruito poche centinaia di metri dopo la Centrale di Partidor Vecchia, che ripartiva le acque della Roggia di Aviano per dare origine alla Roggia di San Foca (che scendeva a San Foca - San Quirino - Roveredo - Cordenons) e alla continuazione stessa della Roggia di Aviano (verso San Martino di Campagna - Marsure - Aviano e verso Roveredo - Rorai - Prata attraverso la "Brentella").
Nelle foto pubblicate dal Prof. Luigino Zin, e che ho riportato qui, vediamo che già negli anni '90 il luogo era abbandonato, però spoglio da alberi. Ora, dopo quasi trent'anni, in mezzo alla boscaglia che nel frattempo è cresciuta, di questa opera si è conservata qualche testimonianza?
La risposta è... sì!
Addentrandoci tra gli arbusti, infatti, a pochi metri dalla strada asfaltata, io e sander abbiamo ri-scoperto le tracce di questo manufatto, l'opera di presa della Roggia di San Foca e alcune decine di metri del corso della Roggia di Aviano.
Purtroppo le foto non rendono l'idea, la vegetazione non consente di avere uno sguardo d'insieme, bisogna per forza andare in loco per capire e comprendere.
Questo è il muretto che divideva i due corsi d'acqua (visto da valle verso monte):
Altra foto del muretto (visto da monte verso valle): Sulla sinistra iniziava la Roggia di San Foca, sulla destra continuava la Roggia di Aviano.
Questo è, praticamente, l'incile della Roggia di San Foca:
Altra foto, sempre del tratto iniziale della Roggia di San Foca:
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Ultima modifica di Dint il 15 mar 2023, 23:04, modificato 1 volta in totale.
Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
Il flusso della Roggia di San Foca veniva regolato attraverso queste due chiaviche, munite di paratoie:
La chiavica di sinistra ha tutta l'aria di essere il punto dove avevano inizio le due condotte forzate che servivano la centralina costruita dall'Ing. Zennari nel 1898, poco distante da qui.
In questa foto più ravvicinata, infatti, mi sembra di individuare i due fori circolari:
La chiavica di destra, invece, a questo punto dev'essere quella che convogliava le acque della Roggia di San Foca che eccedevano dalla portata turbinabile:
Un ultimo sguardo alle due opere di presa della Roggia di San Foca, dal muretto divisorio tra questo corso d'acqua e la Roggia di Aviano:
La chiavica di sinistra ha tutta l'aria di essere il punto dove avevano inizio le due condotte forzate che servivano la centralina costruita dall'Ing. Zennari nel 1898, poco distante da qui.
In questa foto più ravvicinata, infatti, mi sembra di individuare i due fori circolari:
La chiavica di destra, invece, a questo punto dev'essere quella che convogliava le acque della Roggia di San Foca che eccedevano dalla portata turbinabile:
Un ultimo sguardo alle due opere di presa della Roggia di San Foca, dal muretto divisorio tra questo corso d'acqua e la Roggia di Aviano:
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Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
Ora ripercorriamo i primi metri della Roggia di Aviano successivi al Portazzo della Volta.
Il corso della Roggia di Aviano si intuisce molto facilmente, perché sono molto evidenti gli argini (in ciottolato) e il letto, seppur invaso dalla vegetazione:
Particolare dell'argine sinistro:
Beh, che dire... è stato emozionante ri-scoprire questa opera così importante per l'ecosistema dell'alta pianura pordenonese.
Questi luoghi, come ho già scritto, non meritano di essere dimenticati... anzi andrebbero valorizzati e conservati: sono testimonianze vive della nostra storia!
Grazie nuovamente a sander per la pazienza e per il supporto!
Ecco quindi che, sulla destra del muretto divisorio, si diparte la Roggia di Aviano, che per l'appunto "svolta" bruscamente verso ovest in direzione di San Martino di Campagna.Il corso della Roggia di Aviano si intuisce molto facilmente, perché sono molto evidenti gli argini (in ciottolato) e il letto, seppur invaso dalla vegetazione:
Particolare dell'argine sinistro:
Beh, che dire... è stato emozionante ri-scoprire questa opera così importante per l'ecosistema dell'alta pianura pordenonese.
Questi luoghi, come ho già scritto, non meritano di essere dimenticati... anzi andrebbero valorizzati e conservati: sono testimonianze vive della nostra storia!
Grazie nuovamente a sander per la pazienza e per il supporto!
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Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
complimenti per questo accurato servizio, molto bello, bravi!!!!!!
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Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
Grazie!
Avete fatto conoscere anche a me una bellissima storia.
Avete fatto conoscere anche a me una bellissima storia.
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- Iscritto il: 24 ago 2022, 17:33
Re: Sulle tracce della Roggia di Aviano
E' incredibile come negli anni la natura riesca a riprendersi i suoi spazi, rendendo difficilmente riconoscibile la presenza delle strutture di un tempo per chi si trovasse in quei luoghi senza saperne nulla.
A maggior ragione, complimenti per l'accuratezza e la passione con cui siete riusciti a trovare e ad illustrare sul forum le tracce della Roggia e del sistema idrico di cui faceva parte!
A maggior ragione, complimenti per l'accuratezza e la passione con cui siete riusciti a trovare e ad illustrare sul forum le tracce della Roggia e del sistema idrico di cui faceva parte!