Chi va per dighe. Persona esperta, pratica, competente nel settore tecnico e storico degli sbarramenti di ritenuta e/o del settore idroelettrico. Appassionato di dighe, centrali, condotte forzate, paratoie e prese. Chi preferisce camminare per dighe anziché passare la giornata in spiaggia.
Abbiamo coniato un nuovo termine.
Dighista non si nasce, si diventa. Può essere comunque un desiderio intrinseco in noi stessi che rimane nascosto fino ad un giorno qualsiasi, quando esplode. All’inizio la curiosità di vedere un muro di cemento da vicino; ti porti sopra di esso e la prima volta ti vengono quasi le vertigini a guardare giù, e ti muovi lento vicino al parapetto cercando di trasferire tutto il peso del tuo corpo verso il basso per non cadere giù. Poi ti chiedi perché e come. Perché lì, perché così e com’era prima, come funziona, com’è fatto …
Senza che tu lo voglia realmente ti fai pervadere da un richiamo soprannaturale che ti fa cercare continuamente libri, immagini, ti fa viaggiare per chilometri e chilometri per vedere una diga. E inizi ad immortalare paesaggi, dettagli, minuscoli particolari insignificanti ai più. É diventata una vera passione, una malattia, non ne puoi fare a meno. Appena c’è sole le dighe riescono a trascinarti fuori casa, perché loro vogliono farsi vedere da chi le conosce e le apprezza, sono vanitose, ma sanno che le rispetti ed ogni tanto si mettono in mostra assieme ai paesaggi che le circondano. E tu che speri che dietro ad ogni curva, ad ogni roccia, all’uscita di ogni galleria, ce ne sia una altissima con un grande lago verde alle spalle, ora le conosci, ne sai l’età e la taglia, riesci a immaginare quanto ingegno umano e fatica sono costate. Oggi è passato un bel po’ di tempo: quando ti trovi sul coronamento di una diga ti senti al sicuro, maestoso ed imponente, tutt’uno con colei che stai accarezzando, riesci a sentirla mentre il vento ti soffia sulla faccia…sei diventato dighista anche tu. E non ti passerà mai.