Il lago di Canterno si trova all'interno di una riserva naturale ed è lambito dai comuni di Fiuggi, Fumone, Ferentino e Trivigliano, ovvero nello storico territorio della Ciociaria, quindi in provincia di Frosinone.
Accenni storici
Ciò che salta subito alla vista di colui che si trova davanti il lago di Canterno è certamente la particolarità del contesto ambientale in cui esso è inserito. Delicatamente adagiato su di una depressione carsica, in cima ad un altopiano che declivia dolcemente dai monti Ernici, è circondato da un ambiente tipicamente lunare, privo di alberi di alto fusto che stride con il paesaggio circostante ricco di boschi. Questa caratteristica deriva dal fatto che la zona, compresa quella che ora è occupata dall’acqua, è stata da sempre sfruttata per scopi agricoli dove girasoli, vite da uva e bellissimi ulivi la facevano da padrone. In passato, dove c’era un semplice avvallamento, scorreva un torrente, ma questi, invece di immettersi in altri fiumi, si disperdeva nel sottosuolo mediante un inghiottitoio, chiamato da queste parti "inghiottitoio Pertuso". Come dire che non sempre l’acqua va al mare... L’acqua che entrava però portava con sé anche foglie, arbusti, sedimenti, che andavano un po’ per volta ad ostruire l’inghiottitoio provocandone così la chiusura. Non avendo più il suo naturale drenaggio, l’acqua si accumulava in questo avvallamento dando origine così ad un lago. Con l’aumentare dell’acqua però aumentava anche il peso che andava a gravare sul "tappo", la pressione ne provocava così lo sfondamento e quindi avveniva la riapertura dell’inghiottitoio. L’acqua poteva così defluire andando a scoprire terreni precedentemente inondati. Il lago si è formato in via "quasi definitiva" nel 1821, fu soggetto fino ad allora a periodici e repentini svuotamenti, anche se l’ultimo però avvenne nel 1923. Tutto questo secondo un ciclo totalmente naturale. Per questo motivo il lago di Canterno com’è attualmente, non può essere definito né di origine naturale, né di origine artificiale. Oppure è entrambe le cose... La mano dell’uomo intervenne per sfruttare, secondo i propri scopi, questa riserva d’acqua ad oltre 500 m di quota. E’ interessante notare che in questo contesto diventa quasi invisibile il confine tra l’opera della natura e l’opera dell’uomo.
L'invaso
Bloccando, o meglio, controllando il naturale deflusso idrico per mezzo di una "torre di presa", realizzata nel punto dell'inghiottitoio e la quale si collega con la condotta forzata, si ottiene un bacino idrico a tutti gli effetti, per cui, il lago, che fino ad allora era di carattere periodico, con i lavori iniziati nel 1942 dalla Società Romana di Elettricità (S.R.E.), esso diventa perenne. In questo modo, ossia senza realizzare costose opere di sbarramento, è stata creata una riserva d'acqua ad oltre 500 m s.l.m. da utilizzare per scopi idroelettrici. Il lago ha una superficie di 0.6 Km2 ed una profondità massima di 25 m. Possiamo dire che questa cosidetta torre di regolazione sia una sorta di "diga" con il lago attorno. Queso bacino ha funzione di regolazione giornaliera, per cui la centrale elettrica può entrare in funzione soltanto per alcune ore della giornata, in modo tale che durante le ore notturne, ossia quelle in cui è minore la richiesta di energia elettrica, l'invaso si ricarichi, visto l'esiguo apporto d'acqua dei suoi due affluenti, uno artificiale ed uno naturale che, paradossalmente, prende il nome di Fosso del Diluvio. E' normale quindi osservare che durante la giornata il livello del lago subisca delle notevoli oscillazioni e, per via della particolare morfologia, notare come questo possa cambiare di molto la sua stessa conformazione. Se, ad esempio, il suo livello ad invaso pieno si dovesse abbassare di soli 60 cm, nel suo punto meno depresso arretrerebbe di ben 200 m! L'affluente artificiale ha inizio da un piccolo bacino di captazione posizionato immediatamente a valle la centrale idroelettrica di Guarcino, e vi arriva grazie ad un canale in galleria a pelo libero lungo oltre 6800 m. In questo modo le acque limpide e fresche del torrente Cosa si immettono in quelle torbide e stagnanti del lago di Canterno. Nelle immediate vicinanze del lago vi erano altresì dei laghetti chiamati "Lattanzi" (dal nome di un proprietario terriero che lì aveva i suoi possedimenti), che altro non erano che delle depressioni dove vi si accumulavano le acque di origine meteorica. Grazie a delle canalizzazioni si è fatto in modo di convogliare anche questa misera, ma pur sempre utile, acqua nel lago mediante delle pompe, visto che questi laghi Lattanzi si trovano ad una quota inferiore rispetto il lago vero e proprio. Ora questi "laghi" non sono altro che dei pantani. L'impianto di Canterno, dopo la nazionalizzazione delle opere idroelettriche, è stato acquisito a tutti gli effetti dall'Enel che ne beneficerà, salvo eventuali proroghe, fino al 2029.
L'impianto
Ottenuto l'invaso è necessario che l'acqua, mediante canali e tubazioni, raggiunga ed alimenti la centrale elettrica. Dal lago di Canterno, ovvero dai piedi della torre di presa, è stata scavata una galleria di circa 2 km in modo da oltrepassare il monte Maino che lo delimita e raggiungere il versante opposto del monte delle Carceri, da dove la condotta forzata scende verso la centrale con un dislivello di 300 m. In questo modo, l'acqua acquista la potenza necessaria per far girare la turbina di tipo Francis veloce da 4.5 m3 e 12 MW di potenza, installata all'interno della locale centrale idroelettrica Enel, risalente al 1945 ed intitolata ad Enrico Parisi. L'energia elettrica così prodotta viene smistata in tre differenti direzioni ad una tensione di 150 KV.
Mi hanno raccontato...
Durante una delle mie numerose sortite in quel di Canterno, mentre stavo cercando di seguire le canalizzazioni dei laghi Lattanzi, mi sono imbattuto in due contadini, molto simpatici e molto inclini al dialogo con i quali ho avuto una piacevole conversazione, ovviamente inerente all’impianto idroelettrico di Canterno. Uno dei due contadini, per via della non più tenera età mi ha raccontato alcuni episodi che lui stesso ha vissuto nel periodo dei lavori, ed anche prima. Con uno di questi ha ricordato com’era il luogo prima che rendessero perenne il lago: se la ricorda come una valle molto fertile per via dell’abbondanza di acqua, essendo queste delle depressioni carsiche in cui l’acqua piovana ristagna e non viene dispersa nel sottosuolo. Ora invece ogni goccia disponibile viene concentrata in un punto e da qui pompata all’interno del lago. Ha poi raccontato che prima dei lavori, quando avveniva la chiusura dell’inghiottitoio, si formava un lago che era molto più esteso di come lo vediamo oggi, tanto da esondare ed allagare molte zone coltivate. Addirittura le genti del posto con le ceste andavano a pescare, lungo le sponde, le anguille che in quei punti si andavano ad accumulare! Finché le viscere della terra non si riprendessero la loro acqua. Un altro episodio invece era legato allo svolgimento dei lavori, un fatto che ha qualcosa di incredibile: durante i lavori di scavo della galleria per il passaggio della condotta forzata, c’è stato un "rigurgito" d’acqua spaventoso, tanto potente da proiettare verso l’esterno tutte le attrezzature degli operai. Tavole, attrezzi, macchine da lavoro sparate via con una forza impressionante fino all’esterno della galleria dall’acqua proveniente dalle profondità del sottosuolo. La terra a volte restituisce quello che si prende. Gli operai si sono salvati, perché non erano nel cantiere visto che quello era il loro giorno di paga...
Considerazioni personali
Ho trascorso la mia vita ignorando cosa fosse realmente Canterno. Un piccolo lago e niente più. Si faceva qualche accenno ad Enel e al fatto che l'acqua trovasse dei cunicoli per scappare da quello che è il suo naturale "contenitore". Che fosse un lago misterioso si sapeva... ma perchè indagare? In fondo, quando non abbiamo interesse per qualcosa, neanche ci viene voglia di saperne di più. L'interesse per me è arrivato dopo molti anni che frequentavo il lago grazie a ProgettoDighe ed una condotta forzata che scende da un monte. Allora non sapevo neanche che quella condotta convogliasse l'acqua di Canterno. Di certo la tecnologia ci dà una mano, infatti mi son messo a scandagliare la zona grazie al satellite e da qui si sono susseguite tutta una serie di scoperte che mi hanno portato ad effettuare numerosi sopralluoghi. Prima al lago, poi alla centrale, alla condotta, al suo affuente naturale, a quello artificiale e la sua provenienza, poi nel punto in cui c'erano i Laghi Lattanzi, prosciugati da una serie di canali che raccolgono e convogliano l'acqua, che in quei pantani si accumulava, in modo di alimentare il lago con l'ultima goccia d'acqua disponibile.