foto di Andrea DiaImbocco della galleria di by pass a quota 635
In questo articolo andremmo a ripercorrere la storia e le particolarità tecniche di questa opera, chiamata comunemente galleria di sorpasso frana ma anche by pass frana, attenzione però a non confondersi con la galleria di by pass costruita negli anni '80 appena a monte della diga allo scopo di sostituire le funzionalità del ponte tubo.
La galleria di sorpasso frana
Nell'agosto del 1959, a seguito degli studi di Edoardo Semenza e Giudici, era oramai chiara la presenza della grande frana che nell'ottobre 1963 causerà il disastro.
Alla luce di questo, l'ing. Carlo Semenza con lo scopo di garantire il funzionamento anche parziale dell'impianto, ma anche per consentire lo svuotamento del lago residuo a monte della frana e mantenere in sicurezza gli abitati sulle sponde del bacino reiduo, decise la costruzione della galleria di sorpasso i cui lavori si svolsero tra il febbraio e il settembre del 1961, concludendosi il 5 ottobre. Sulla galleria di by pass, per ridurre i tempi di esecuzione, lavorarono contemporaneamente due imprese, la Monti di Auronzo e Zadra.
Ingresso della galleria by-pass realizzata dall'impresa Monti. La foto è stata scattata dalla diga il 4-3-1961. In basso a dx, si può notare la polveriera. Fonte: Piergiorgio MontiAccesso finestra di servizio Colomber
La costruzione originaria prevedeva un'imbocco posto a circa metà lago appena al di fuori della zona della frana, presso i Mulini delle Spesse, alla quota di 624 m s.l.m. e uno sbocco poco a monte rispetto alla diga, posizionata all'incirca sopra la galleria di immissione da Pieve, a quota 613,782 m s.l.m.. La galleria ha un diametro di 4,5 m e una lunghezza di 1800 m ed era dotata di due finestre di accesso, una posta a ovest del Ponte di Casso e una al ponte del Colomber.
L'ingresso della galleria by-pass con a dx la polveriera. In alto a dx si può notare la frana del 1960. Foto scattata dalla diga il 4-3-1961. Fonte: Piergiorgio MontiAccesso finestra di servizio Colomber
I dati delle quote sopra indicate sono state estratti da vari schemi SADE/ENEL, mentre controllando altre fonti troviamo invece delle informazioni discordanti, in particolare ne "La storia del Vajont" di Edoardo Semenza cita
"La galleria, con diametro di m 4,50, fu scavata tra il febbraio e il settembre del 1961, con imbocco presso i Mulini delle Spesse a q. 617,4, e sbocco a ridosso della diga a q. 600,7, e con due finestre 'di servizio' a Ovest del Ponte di Casso (a q. 613,9) e al Colomber (a q. 608)."
Da notare che anche "Vajont. La storia idraulica" di Claudio Datei riporta gli stessi dati di Edoardo Semenza.
Analizzando bene il resto del materiale disponibile è facile verificare che, a quota 600,844 è certamente situato lo sbocco della galleria Pieve-Vajont, rendendo quindi incompatibili le quote indicate da Semenza e da Datei, a meno che la galleria di scarico della galleria di sorpasso non condividesse lo stesso sbocco della galleria Pieve-Vajont.
La messa in sicurezza del lago "C" nei mesi successivi al 9 ottobre 1963
Il 9 ottobre del 1963 la caduta della grande frana causò l'ostruzione dell'imbocco, ma cosa ancor peggiore, la scomparsa sotto la frana dello sbocco della galleria di sorpasso di tutte le prese e degli scarichi del Vajont, rendendo quindi la galleria di sorpasso completamente inutile. A questo punto, essendo impedito il naturale deflusso verso il Piave delle acque dei torrenti Vajont, Tuora, Zemola e Mesazzo questi andavano ad innalzare senza controllo il livello del lago residuo, mettendo quindi in pericolo la zona.
I lavori per mettere in sicurezza il lago residuo del Vajont, quello a posto sotto l'abitato di Erto e detto anche lago "C", iniziarono il prima possibile. Infatti, già a metà ottobre del 1963 le squadre di sommozzatori verificarono la presenza del materiale che ostruiva la galleria di sorpasso e si realizzava l'impossibilità in quel momento di liberare in tempi brevi l'imbocco della galleria di sorpasso.
Con novembre del 1963 si procedette quindi alla costruzione, terminata nel febbraio del 1964, della stazione di pompaggio di Val Tuora mediante le cui pompe veniva tenuto sotto controllo il livello del bacino. Le acque captate dalla stazione di pompaggio venivano immesse in una canaletta in legno che scavalcando il passo di Sant'Osvaldo scaricava in Val Cimolaiana.
La stazione di pompaggio funzionerà ininterrottamente dal marzo ad agosto del 1964.
Perforatrice per la costruzione dei 3 camini di scarico
In maggio dello stesso anno iniziarono i lavori di costruzione delle opere stabili per consentire il deflusso del lago residuo. Innanzitutto verranno realizzati 3 pozzi verticali collegati alla sottostante galleria di by pass per permettere all'acqua di defluire nella galleria stessa. Per eseguire questo lavoro fu fatta arrivare una macchina specifica dalla Germania che aveva lo scopo di forare la galleria di by-pass e posare i tubi metallici da 800 mm di diametro attraversano il materiale franato. Nel frattempo, in zona diga si procede con i lavori, che termineranno in agosto, per la realizzazione degli spillamenti dalla galleria di by pass e la costruzione del primo scarico a valle della diga.
Foto di sanderCamino dello scarico del lago residuo
In particolare per la messa in opera degli spillamenti:
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dalla posizione 20 (paratoia chiusura galleria Pieve-Vajont), furono fatte diverse perforazioni per iniettare cemento direttamente nella galleria di by pass e quindi chiudere definitivamente lo sbocco della stessa, creando a questo punto una vasca di accumulo
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dalla posizione 22 (paratoia di intercettazione del ponte tubo) è stata costruita una galleria di passaggio che penetra verso monte per più di 150 m. Da questa galleria sono poi state effettuare diverse perforazioni dal diametro di 0,22 m in modo da andare ad intercettare il cielo della galleria di sorpasso. Su queste perforazioni sono stati fissati dei tubi che vanno quindi a scaricare l'acqua presente nella galleria di by pass sul nuovo cunicolo di spillamento costruito appositamente
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in parallelo alla galleria di cui sopra è stata scavato un cunicolo di spillamento del diametro di 2.3 m che partendo da monte della diga, va a scaricare direttamente nella forra poco a valle del ponte tubo a quota 607,916
Schema spillamenti galleria di sorpasso frana
In questo modo, ad agosto del 1964, eventuali "piene" del lago residuo potevano sfogare nella galleria di sorpasso tramite i tre camini da 800 mm, l'acqua che quindi si accumulava all'interno della galleria veniva quindi fatta drenare tramite gli spillamenti sul cunicolo di spillamento, e da questo scaricate direttamente sul greto del Vajont a valle della diga, rendendo quindi non più necessaria l'attività della stazione di pompaggio e mettendo in (parziale) sicurezza il lago.
Per completare l'opera di messa in sicurezza del lago "C" nel 1965 si completò anche la presa a quota 721, che da quel momento fungerà da scarico di massima quota, e nel 1966 la presa a quota 640 m. Entrambe le prese scaricano in Val Cimolaiana.
Le opere definitive di sistemazione della galleria di by pass
Ingresso della galleria by-pass in costruzione (fonte: Piergiorgio Monti)Cantiere del 1980 per il nuovo imbocco
Con la fine degli anni '70 inizia una nuova fase di lavori per completare la sistemazione dell'impianto.
I lavori sono partiti nel luglio del 1979, con la realizzazione della strada di accesso alla zona del nuovo imbocco di by pass. In quel momento la situazione era tesa perché l'installazione del cantiere era osteggiata dalla popolazione che non voleva che ci realizzasse una pista lungo quella che è un'area di lapidi e ricordi. Una volta chiarita la necessità dell'intervento il cantiere ha potuto procedere senza più intoppi.
Lavori di pulizia della galleria by-pass (fonte: Piergiorgio Monti)Lavori di pulizia della galleria by-pass
Con ottobre dello stesso anno si realizzano ed entrano in funzione, nella zona del'imbocco del by pass (ancora sommerso dai detriti) un piccolo bacino di raccolta dotato di paratoia che impediva all'acqua di affluire alla galleria durante le 10 ore diurne in cui operava il cantiere e che consentiva il rilascio dell'acqua acculatasi nelle successive 14 ore notturne.
In dicembre si iniziarono i lavori di scavo del nuovo imbocco, posizionato circa dove era presente l'imbocco originale a quota 624, sino al raggiungimento della galleria esistente.
Durante i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 1980 venne portata in cantiere una scavatrice da miniera per la pulitura della galleria di sorpasso. Da questa furono rimossi più di 8000 m3 di materiale in quanto la galleria era ostruita per circa un metro e mezzo di altezza su tutta la sua lunghezza. Il materiale presente nella galleria è quasi certamente imputabile non tanto ai detriti portati dalla frana, che hanno ostruito l'imbocco, ma più che altro da detriti entrati all'interno della galleria durante la disastrosa piena del 1966.
L'imbocco originale, quello a quota 624 verrà poi definitivamente chiuso con un tampone di calcestruzzo armato una volta completati i lavori per l'imbocco a quota 635.
Si notano in verde i due scarichi di sicurezza controllati mediante paratoie circolari comandate a mano.
Opera di Daniele ZamòSchema semplificato dell'imbocco a quota 635
Foto di cestòAttuale scarico del by pass a valle diga
Nello stesso periodo, mentre si procedeva alla pulizia della galleria, una decina di metri più in alto, a quota 635 veniva realizzato il nuovo imbocco, che prevede anche due paratoie di sicurezza e le gargamature per consentire il montaggio dei panconi e quindi consentire eventuali attività future nella galleria.
Le due paratoie di sicurezza sono composte da due paratoie circolari a comando manuale, poste ad una quota inferione rispetto al ciglio sfiorante dell'imbocco. Questo consente, a paratoie aperte, di mantere asciutto il ciglio dell'imbocco per consentire eventuali lavori di manutenzione sullo stesso.
Nel inizio dicembre 1980, finiscono i lavori sull'imbocco e vengono approvati a fine dello stesso mese dal Genio Civile.
Nel frattempo, mentre erano in corso i lavori per la pulizia e la costruzione del nuovo imbocco, si stava procedendo alla costruzione dell'attuale scarico a valle diga, che va a sostituire i precedenti spillamenti, collegandosi direttamente alla galleria di sorpasso.
ProgettoDighe e la galleria di sorpasso frana
Nell'autunno del 2010, ProgettoDighe, per opera di Daniele Zamò inizia un'ambizioso progetto di esplorazione subaquea della zona della vecchia presa a quota 624 al fine di capire meglio come è stata chiusa.
Autore: Daniele ZamòSchema del cantiere
Questo progetto porta alla costruzione di un piccolo ROV dotato di telecamera che verrà utilizzato per due missioni esplorative di cui sono disponibili online i filmati.
Autore: Daniele ZamòSchema stato attuale
http://www.youtube.com/embed/CQbkANvpnXM
http://www.youtube.com/embed/y0_oayjUHF0
Durante queste esplorazioni si scopre che dell'imbocco originario oramai si vede bene poco in quanto ricoperto dal limo e da materiale terroso accumulatosi negli anni, però si possono ancora vedere parte dei muretti originali del cantiere.
Ma le esplorazioni nel lago non basta al team, ormai la sfida è lanciata, e anche a costo di vedere solo un'antro oscuro bisogna riuscire a far entrare la telecamera dentro la condotta di bypass.
Per far questo il rov viene semplificato e viene calato per 60m dentro uno dei camini di drenaggio.
http://www.youtube.com/embed/on64OH0_W3k
Riferimenti
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Impianto Idroelettrico Piave - Boite - Maè - Vajont, Note sullo schema di funzionamento - ENEL Giugno 1984
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La Storia del Vaiont raccontata dal geologo che ha scoperto la frana di Edoardo Semenza