Presentiamo qui la tesi di Laurea, intitolata "Variazioni morfologiche e modello digitale della grande frana del Vajont (PN, 9 ottobre 1963)" presentata per la Laurea del corso di ingegneria dell’ambiente e delle risorse presso l’Università degli studi di Udine ad opera del dott. Erik Miorini:
Nel 1957 inizia la costruzione della diga più alta del mondo nella valle del Vajont (PN), nel 1960 la costruzione del manufatto è terminata, e nello stesso tempo cominciano a sorgere i primi, seri, segnali che il versante sinistro della valle sia soggetto ad importanti fenomeni di franamento; dopo tre anni, durante i quali sono state condotte varie campagne di monitoraggio, la situazione precipita e il 9 ottobre 1963 alle ore 22:39 si stacca dal monte Tòc un’immensa frana (con un volume stimato tra i 250 e i 350 milioni di metri cubi) che precipita nel bacino provocando una gigantesca ondata che spazza buona parte dell’abitato di Erto nella zona orientale, mentre ad occidente si incanala nella stretta forra del torrente Vajont, sfociando nella valle del fiume Piave e radendo al suolo la cittadina di Longarone, ed altri centri abitati che si affacciavano lungo il suo corso provocando un totale di circa 1900 vittime.
Il lavoro si propone di fare inizialmente un’analisi ed una rappresentazione digitale dell’assetto morfologico della valle del Vajont negli anni sia precedenti che seguenti la catastrofe; per ricostruire il modello digitale del terreno (DTM) antecedente il 1963, è stato svolto un lungo lavoro di digitalizzazione (con l’utilizzo del software Autocad™) di una carta geologica in formato raster per poi utilizzarne i dati digitali per crearne una copia vettoriale attraverso l’uso di un software di modellazione digitale (Surfer™). Per quanto riguarda invece il DTM posteriore alla frana sono stati utilizzati i dati digitali esistenti della Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN), in particolare sono stati uniti gli elementi in scala 1:5000 n. 047093 (La Pineda) e n. 046122 (Longarone) appartenenti rispettivamente al Foglio 047-SO (Cimolais) e al Foglio 046-SE (Longarone).
La disponibilità quindi di avere poi a disposizione dei dati digitali sia della situazione precedente la grande frana del 9 ottobre 1963, che dell’assetto morfologico posteriore, ci ha dato la possibilità di confrontarli e manipolarli con le stesse metodologie. Questo ci ha permesso da una parte di poter fare dei paragoni tra i risultai ottenuti con il nuovo approccio e quelli esistenti, e dall’altro lato di trarre nuove conclusioni derivate dalla possibilità di poter applicare moderne tecniche di manipolazione di dati raccolti e rilevati con tecniche d’altri tempi.